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Descrizione

In quasi tutte le borgate di Marmora è presente una cappella che ne è il contrassegno costante.

- a Ponte Marmora, la cappella dedicata a San Bartolomeo. Si tratta di un edificio di non particolare pregio architettonico in quanto risale agli anni cinquanta;

- a Vernetti la piccola chiesetta, ora sconsacrata, è dedicata a San Giacomo e documentata nel 1730;

- a Biamondo il “Santuario della Madonna del Biamondo” reca la data del 1719. E’ sorto su  un pilone votivo affrescato con una Madonna in trono con bambino, datato 1543, ben conservato e attualmente incorporato in un altare ligneo;

- a San Sebastiano la cappella è dedicata ai Santi Sebastiano e Fabiano e risale al 1450. Originariamente era formata da un’unica aula con abside semicircolare e volta a botte e orientata a est-ovest.

Successivamente vennero aggiunti sui fianchi due locali: uno fu adibito a sacrestia e l’altro divenne l’attuale navata.

La cappella fu dipinta al suo interno alla fine del Quattrocento da Giovanni Baleison di Demonte, operante tra Piemonte, Liguria e Francia.

I magnifici affreschi raffigurano la storia dell'infanzia di Cristo, dalla natività all'adorazione dei Magi, con scene tratte dai Vangeli apocrifi come il miracolo del grano durante la fuga in Egitto.Singolare la rappresentazione della natività: una scena familiare nella quale Maria assiste la levatrice Zachele che è intenta a lavare il Bambino in un catino, mentre Giuseppe riscalda la minestra sul fuoco, a simboleggiare la sua protezione nei confronti della famiglia, ma anche la sua estraneità al mistero della nascita di Cristo.

Sono stati poi affrescati i momenti della vita di San Sebastiano, soldato romano alla corte di Diocleziano.Si converti al cristianesimo e fu condannato a morte per aver aiutato detenuti cristiani, Marco e Marcellino. E' rappresentato trafitto da frecce, così come venne martirizzato, ed è il santo protettore della peste.All'esterno, oltre al tipico campanile a vela, sono ancora visibili sulla facciata due affreschi che rappresentano San Cristoforo e San Bernardo da Mentone, con il demonio incatenato, simbolo della vittoria sulle tentazioni.

 

Mulino segheria con affresco (a destra della cappella)

Dipinto realizzato entro una nicchia, raffigura in alto la Madonna assunta in cielo tra le nuvole: reggono il manto azzurro della vergine due cherubini. In basso a sinistra San Martino a cavallo taglia con la spada il mantello per un personaggio nudo seduto ai suoi piedi; a destra San Sebastiano, ferito dalle frecce e legato ad un palo; alle sue spalle San Matteo con il libro in mano.

Le chiavi si trovano c/o la Locanda “lou Pitavin” in borgata Finello, la Locanda “da Ceaglio” e l’osteria “Croce Bianca” di Vernetti.


- In borgata Tolosano, ad inizio borgata arrivando dal sentiero, c’è la cappella dedicata a San Giorgio e Sant’Anna. Nell'affresco a destra sulla facciata sono rappresentati S.Bernardo da Mentone in abito ecclesiastico, con demonio incatenato, e Sant’Agostino, con un bambino ai suoi piedi. Il fanciullo è il simbolo della visione che ebbe il Santo: un bambino intento a svuotare il mare con una conchiglia. Il Santo gli chiese se ci sarebbe mai riuscito e il bambino gli  rispose "Certo, prima che tu abbia capito l'essenza di Dio". Conclude l'affresco la figura in alto di S.Michele Arcangelo con armatura alata. Nell'affresco a sinistra sono visibili in    primo piano Sant'Anna, madre della Vergine, invocata per le partorienti, San Giorgio, rappresentato come nell'iconografia classica, sul cavallo bianco e con la spada, intento a sconfiggere il drago; dietro anime purganti. In alto Maria sostenuta da due cherubini. A questa cappella è stato rifatto recentemente il tetto.

- A Reinero la cappella è dedicata a Sant’Antonio Abate e si presume costruita intorno al 1650. Sulla facciata è ben conservato l’affresco di Gauteri che rappresenta al centro la Vergine con bambino, a sinistra Sant’Antonio Abate e a destra un martire della legione Tebea.
?In borgata Superiore la cappella è dedicata a Santa Maria e risale presumibilmente ai primi anni dell’800.

- A Brieis la cappella è dedicata alla Santissima Trinità come si legge nel cartiglio dell’affresco  in facciata, datato 1677 “Hoc opus fecit fieri Bernar(du)s Bressius dux et erectum fuit in titulum Sanctissimis Trinitatis”.Sorge in una posizione isolata e domina l’intero vallone di Marmora  la Chiesa Parrocchiale dedicata a San Massimo.


La chiesa, già citata in documenti trecenteschi, assunse l'aspetto attuale nel XVIII secolo. Dati archivistici attestano il suo ingrandimento negli anni 1946/47/48. Pregevole il campanile gotico che sovrasta tutta la valle di Marmora.

Esternamente la chiesa presenta affreschi del periodo medievale. Sotto il portico, l’intervento di restauro, condotto dalla Sovraintendenza ai beni artistici alla fine degli anni Ottanta, ha riservato una piacevole sorpresa. In seguito alla rimozione di una lastra addossata ai dipinti è stata riportata alla luce una scritta nella quale si legge, in italiano, il seguente motto: “Facendo male – sperando bene – lo tempo passa e la morte viene”, seguito, in latino, dalla data (20 giugno 1459) in cui “hoc opus celebratus fuit” e dal nome dell’autore “Thomas de Buscha pixit”.

L’intervento ha migliorato notevolmente la lettura dei soggetti rappresentati nei vari riquadri: un grande San Cristoforo che traghetta Gesù Bambino e una teoria di santi compresa entro archetti trilobati. I santi raffigurati sono San Gregorio, San Massimo, San Francesco che riceve la stigmate e San Girolamo. Questi ultimi affreschi sono opera di Tommaso Biasacci di Busca, attivo qui nel 1459.

Sempre all’esterno sono presenti due meridiane che risalgono al 1722 e al 1664. Quest’ultima pare essere la più vecchia della Valle Maira.
Le meridiane, già restaurate nel 1800, sono state riportate al loro antico splendore nel 2008. 
La chiesa, ad un'unica navata e con volte a crociera, è costituita da due cappelle laterali.

Nella cappella destra, accanto ad un'ara d'epoca romana raffigurante la vittoria alata, l'affresco del santo cavaliere, San Giuliano, é databile nel tardo secolo XV; mentre sull'arco di ingresso di quella a sinistra è scolpita una figura zoomorfa, forse un leone (1479) e sulla chiave di volta compare il trigramma di Cristo.
L'altare in legno è sovrastato dalla tela raffigurante San Gregorio collocata in loco nel 1782, mentre la pala del Suffragio (1748), attribuita a Giuseppe Domenico Barbetti, riproduce la Madonna con Bambino, San Giuseppe, San Bernardo e le anime del purgatorio.

Il fonte battesimale ottagonale in stile tardo romanico del XV secolo è scolpito sulle facce laterali con figure umane come Adamo ed Eva, la vergine con bambino, gli Evangelisti, la crocifissione oltre a motivi geometrici e fitomorfi.

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