Da: “per antichi sentieri” a cura di Mario Cordero
Feste religiose che si svolgevano in passato tra Reinero e Parrocchia.
Il 17 gennaio alla borgata Reinero (Lou Reinièr) si festeggiava S. Antonio, protettore del bestiame. Dopo le funzioni religiose aveva luogo l'asta (enchànt), con diversi oggetti offerti dalla gente: collari per le mucche (gambìsos) e le pecore (canàulos), lana, indumenti, segale, conigli, agnelli. Poi si ballava su un fienile (soulièr).
La festa patronale di Marmora si svolgeva a S. Massimo (San Màisou), il 25 giugno. Si celebrava messa alla chiesa parrocchiale e si andava in processione fino alla cappella di S. Maria, a Borgata Superiore (Ruhà Soubirano); si ballava poi su uno spiazzo e si faceva festa all'osteria.
Il 29 giugno alla cappella di S. Teodoro (San Tiadòrou) facevano una gran bella festa: l'oste di Reinièr portava su due damigiane di vino, si beveva e si mangiavano le frittelle (bìnhes), si ballava sul pianoro al suono della fisarmonica. Nelle credenze popolari questo santo era ritenuto protettore del bestiame; si pensa inoltre che difendesse dai pericoli del temporale. Una leggenda locale narra che un pastorello aveva visto sul luogo un santo vestito di bianco, ma la gente non gli aveva creduto. Giunti sul posto per rendersi conto della cosa, avevano udito il suono di un campanello misterioso che rivelava la presenza del santo. Così avevano edificato la cappella di San Tiadòrou lassù.